DIGITAL MARKETING E CORONAVIRUS: UNA SFIDA CHE DOBBIAMO VINCERE
Sono in quarantena a casa esattamente dal 10 marzo … un tempo infinito quando non è una scelta ma una (prima) raccomandazione e (poi) (quasi) un’imposizione.
Non entro nella questione, perché questo non è lo spazio per parlarne. E in questo momento non mi interessa.
Reagire per Ricominciare
Il mio interesse è sollecitare un “metabolismo” della situazione e REAGIRE: reagire con più energia di quanto già probabilmente mettevamo prima.
Mi rivolgo a noi comunicatori digitali
e
voi imprenditori e aziende.
Facciamo rete.
Confrontiamoci progettando e costruendo idee e progetti. Questo è il nostro compito adesso!
Chiedo a tutti di cercare di elaborare questo brutta situazione: e RICOMICIARE!
Io dopo una fase di
spaesamento, stordimento, annichilimento (per una mondo che avevo già capito che stava crollando senza che noi potessimo fare nulla), paura (per i miei cari più fragili e potenzialmente più in pericolo), angoscia (per il mio futuro lavorativo ed economico)
SCELGO
la vita e la speranza
per il futuro mio e di tutti noi.
Insieme per affrontare il cambiamento
Perché tra le diverse cose che in queste settimane
abbiamo riscoperto
(oltre il fatto che è bello stare insieme, abbracciarci, baciarci, guardarci negli occhi seduti al bar a chiacchierare mangiando un bel cornetto al pistacchio [il mio preferito, che prendevo sempre nel mio bar sotto casa])
è che
siamo indispensabili
l’uno per gli altri.
E questo non vale solo per un fatto sanitario di contagio …. Ma anche a livello di motore economico e umano!
Se crolla uno crolliamo tutti: …. E quindi se con lucidità e consapevolezza
REAGIAMO TUTTI ad una situazione pesante:
INSIEME ce la possiamo fare!
Non siamo soli: sosteniamoci l’uno con l’altro. Perché mai come adesso è necessario e importante farlo! Siamo stati divisi e allontanati fisicamente: ma possiamo (e dobbiamo) continuare a sentirci parte di un sistema e una realtà comuni!
Al di là delle drammatiche notizie che arrivano dal Nord Italia (che lasciano davvero senza parole) noi facciamo il nostro dovere restando a casa:
MA
ricominciamo a progettare, continuiamo a studiare, lavorare e cerchiamo di tenere l’umore alto e carico e grintoso per quando ritorneremo a riappropriarci della nostra libertà di movimento.
Prepariamoci ad affrontare un cambiamento, questo sì, di questo dobbiamo farcene una ragione,
che sia però
un’OCCASIONE
per rivedere priorità, scelte e modo di vivere le nostre vite.
Ce la faremo!
Ho letto questo post, ed è davvero così:
«Oggi pensavo ai miei coetanei, ai “giovani” ormai non più tanto giovani, nati e cresciuti negli anni Ottanta. Vi ricordate, da piccoli ci dicevano “Sei fortunato/a non hai vissuto la guerra”, come se ci fosse stato concesso di scegliere la nostra condizione. Siamo quelli che hanno vissuto l’infanzia in un discreto benessere; pieni di speranze e aspettative negli anni dell’adolescenza. Siamo quelli che avevano grandi aspirazioni, ma che appena usciti dall’università hanno preso in pieno anche la peggiore crisi economica del secolo, dopo quella del ‘29. Siamo riusciti a sopravvivere per anni, nonostante tutto, tra precariato e lavoretti che non avevano nulla a che fare con quello che avremmo desiderato fare, ma che per necessità e virtù abbiamo assecondato; siamo quelli che alla fine, con impegno e testa dura le loro ambizioni le hanno soddisfatte.
Siamo quelli che “aspetto a farmi una famiglia, perché sai con questa instabilità del momento”, e che hanno poi capito con il tempo che l’instabilità fa parte del percorso e della vita e imparato a conviverci.
Siamo quelli che hanno preso in pieno anche questa terribile pandemia: è vero, non abbiamo mai vissuto la guerra, questa è di gran lunga peggiore, almeno in guerra il nemico lo conosci.
Siamo quelli che vivono “nel mezzo, tra un prima e un dopo”. Siamo quelli che sorreggono il mondo sulle proprie spalle, anche se considerati dalla società ancora troppo “giovani” da non esserne in grado.
CE LA FAREMO, anche questa volta, come abbiamo sempre fatto!» (Valentina Berneschi, Direttore Museo Sangallo Rocca dei Papi, Montefiscone).
Piccoli e fragili di fronte la Natura
La Speranza e la Caparbietà dobbiamo avere in questo mondo impazzito, tra i volti celati di una umanità in bilico …
Dobbiamo sperare, lottare e credere (tutti insieme!) in un futuro migliore e (da oggi) più consapevoli.
Perché siamo sì piccoli e fragili di fronte
la Natura (forse lo avevamo dimenticato),
però noi umani siamo anche capaci di grandi cose:
RICORDIAMOCELO e RICOMINCIAMO!
Italy is Calling You
Su twitter ho scoperto questo hashtag #ItalyIsCallingYou … e lo trovo perfetto. Viviamo in un paese meraviglioso: continuiamo a raccontarlo, valorizzarlo e promuoverlo!
La comunicazione digitale in questo è uno degli strumenti più potenti:
usiamola in modo
utile e consapevole,
per creare un’economia circolare, virtuosa ed etica
(per gli esseri animali, per gli esseri vegetali e per noi umani).
Perché sono fermamente convinta che mai come adesso:
la nostra ricchezza infinita di
paesaggi, cultura, musei, storia, archeologia, artigianato, prodotti a km zero
sono e saranno la nostra ricchezza
(umana & economica)
futura!
E’ un periodo difficile: però il nostro futuro lo iniziamo a costruire a partire da oggi!
Il viaggio dell’eroe: il nostro viaggio
Mai come in queste infinite settimane a casa siamo chiamati ad un viaggio, il viaggio dell’eroe:
“L’eroe parte dunque per il viaggio, insieme al suo cavallo e alla sua spada. Durante il viaggio incontrerà sfide e pericoli, draghi e leoni, e molto spesso il cuore del viaggio è costituito dalla discesa agli inferi dell’eroe. Egli deve morire e attraversare il cuore buio dell’aldilà, per incontrare se stesso allo specchio. Quando, attraversato il buio, l’eroe riesce a risalire in superficie, quando risorge (come Osiride, come Gilgamesh, come Cristo, come la vegetazione a primavera) è lo stesso di prima ma al tempo stesso è cambiato: soltanto ora infatti si può ammettere che l’eroe sia divenuto effettivamente se stesso.
Ora è pronto a tornare a casa e a divenire re del suo regno, qualunque prezzo ciò comporti”.
“Quando siamo nella morte non dobbiamo dimenticare che la rinascita è inevitabile. Arriverà. Perciò abbandoniamoci all’inverno come i semi sotto alla terra e alla neve. Sogniamo il nostro viaggio che continua.
Siamo brace sotto la cenere …”.
E come disse qualcuno
“ci vogliono seppellire, ma non sanno che siamo semi”.
E allora facciamoli germogliare e crescere questi semi fino a diventare degli alberi bellissimi!
Un mondo nuovo esiste già
(che noi lo vogliamo o no) …
sta a noi scegliere e cogliere l’opportunità …
Francesca